Mercoledì 4 marzo (ore 20:30 – ingresso libero) il Museo Castromediano di Lecce ospiterà, in anteprima, “Io che amo solo te. Le voci di Genova”, un progetto originale di Serena Spedicato e dello scrittore Osvaldo Piliego.
La cantante leccese, per l’occasione anche voce narrante, accompagnata da Giuseppe Magagnino (piano, arrangiamenti) e Emanuele Coluccia (fiati), ripercorre la vita e le canzoni dei cantautori genovesi dagli anni ’50 sino a oggi. Intellettuali prima che cantanti, alternativi nei valori e negli stili, si ispiravano al jazz, alla filosofia esistenzialista e ai grandi chansonnier francesi. Serena Spedicato, con la sua voce dal timbro originale e affascinante, interpreta alcuni celebri brani di Fabrizio De André, Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Ivano Fossati.
Le canzoni sono intervallate dai testi originali dello scrittore Osvaldo Piliego con aneddoti, cenni biografici, analisi linguistiche e del contesto storico e sociale. La serata è promossa in collaborazione con Coolclub e Polo Biblio-Museale di Lecce (Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale).
Serena Spedicato è una cantante eclettica che esprime la sua creatività in percorsi musicali variegati, ma sempre raffinati. Diplomata in Canto Jazz al Conservatorio Tito Schipa di Lecce, nel corso degli anni ha seguito corsi e masterclass con, tra gli altri, Gianna Montecalvo, Lucilla Galeazzi, Cinzia Spata, Tuck and Patty, Alberto Mandarini (Orchestra Conduction), Jonathan Kreisberg. Autrice e compositrice, ha all’attivo un’intensa attività concertistica con numerose formazioni di estrazione jazz, corale, polifonico. Dopo “My Waits, Tom Waits Songbook”, disco del 2012 dedicato al cantautore americano, registrato con Gianni Iorio, Pierluigi Balducci, Antonio Tosques e Pierluigi Villani, nel 2019, sempre con l’etichetta Dodicilune, esce “The Shining of Things. Dedicated to David Sylvian”, progetto firmato con il pianista Nicola Andrioli, autore degli arrangiamenti originali, e arricchito dal trombettista scandinavo Kalevi Louhivuori e dal percussionista Michele Rabbia.