La cattedrale di Trani è forse l’edificio più bello e celebrato del romanico pugliese.
A questa qualifica ha certamente contribuito lo splendido scenario in cui è inserita: una splendida e ampia piazza affacciata direttamente sul mare; la facciata guarda verso il bel Castello svevo, le absidi a vista sono rivolte verso il suggestivo porticciolo.
La sua costruzione ebbe inizio allo scadere del XII secolo e durò per più di un secolo. Nel ‘200 gli fu affiancato il possente ed alto campanile.
L’edificio si presenta esternamente come uno splendido incastro di nitidi volumi di pietra ma l’interno presenta una grande complessità dovuta alla storia stessa della chiesa.
Fu costruita, infatti, sul sito di una preesistente chiesa dedicata a Santa Maria, che ospitava le reliquie di San Leucio, dedicando l’imponente tempio al “nuovo” santo patrono di Trani, San Nicola Pellegrino, un giovane greco, morto di stenti sulle scale della stessa vecchia chiesa. Al culto di Santa Maria è dedicata una delle due chiese sotterranee, divisa in tre basse navate su colonne.
In corrispondenza della parete di fondo, altri scalini portano alla zona più antica dell’edificio che avrebbe ospitato il sacello di San Leucio e corrispondente alla fondazione del più antico edificio. Sullo stesso piano della chiesa di Santa Maria si apre la cripta, l’ambiente più suggestivo, corrispondente al transetto e alla zona absidale della chiesa maggiore. Essa sorse per ospitare il corpo di San Nicola e si presenta sorretta da ben 28 colonnine su cui poggiano 36 volte a crociera, più quelle dell’abside maggiore.
La cripta possiede, infatti absidi delle stesse dimensioni della chiesa superiore. Le absidi, splendidamente visibili dall’esterno, partono infatti dal piano di calpestio di questa cripta, per raggiungere quasi il cornicione del transetto. La chiesa maggiore si presenta fortemente sviluppata in altezza e lunghezza.
Divisa in tre navate da coppie di colonne, singolarità assoluta nel romanico, che reggono archi a tutto sesto. Oltre le cornici marcapiano due ampi finti matronei si aprono verso la navata maggiore con un nitido triforio, sormontato a sua volta dal claristorio.
I nitidi volumi delle absidi si aprono con ampi finestroni, di cui quello maggiore è esternamente riccamente decorato. L’ampio e arioso transetto ha dimensioni singolari e si presenta spoglio, introdotto da un alto arcone. Le coperture sono a capriate lignee nella navata maggiore e nel transetto, mentre volte a crociera coprono e navate laterali. All’esterno il transetto si presenta come un nitido volume dominante, in cui si aprono diverse monofore e due rosoni laterali.
Il cornicione sommitale è uno splendido repertorio figurativo del gotico pugliese. Le fiancate laterali sono strette da una serrata successione di arconi ciechi. La facciata è introdotta da una doppia rampa che introduce ad un ballatoio su cui si affaccia lo splendido portale maggiore. Si tratta di un vero unicum del romanico che si caratterizza per la complessità delle figurazioni scolpite sugli stipiti. Oltre ai tradizionali temi della cultura romanica si dispiegano storie e personaggi biblici. Di grande interesse i leoni stilofori in diverso atteggiamento verso un demone e un uomo: ostile verso il demone protettivo verso l’uomo.
Ai lati arcatelle cieche sono ciò che rimane di un loggiato abbattuto nel XVIII secolo. Nel registro superiore si aprono tre finestre e uno splendido rosone, tutti circondati da figure animali e immaginarie. Descrivere una tale meraviglia è estremamente complesso; solo lo sguardo, anche del più disattento turista, potrà cogliere lo splendore delle forme, il nitore della pietra, la mirabile fusione tra natura e volontà umana che fanno di questo edificio una delle vette dell’arte.