Percorrendo l’antica via Traiana Calabra, l’arteria principale che collegava Otranto con Lecce, incontriamo Calimera una piccola città nel cuore del salento, in quella particolarissima zona della Puglia chiamata anche Grecìa Salentina.
Nella Grecìa Salentina potrete trovare ancora intatte quelle tradizioni e quella cultura greco-bizzantina che si è diffusa in Puglia tre il VI e il XII secolo, in particolare troviamo il Griko o Grecanico, una vera e propria lingua ellenofona ancora ampiamente diffusa e parlata.
Il nome stesso della città annuncia subito le sue origini, Calimera infatti deriva da Kalimera che vuol dire buongiorno in greco e la città di Atene, in segno di riconoscimento della comune identità ha donato alla città, nel 1960, una stele in marmo bianco che si può vedere visitando i bei giardini pubblici cittadini.
Possiamo iniziare la nostra visita per Calimera partendo dal cuore del centro storico, dalla Chiesa Matrice dedicata a San Brizio, patrono della città.
Rechiamoci in piazza del Sole per ammirare la facciata della chiesa e il suo campanile a quattro piani. Soffermiamoci a guardare i decori del portale e se andiamo al tramonto sarà molto più bello perché vedremo la facciata della chiesa accesa dai raggi del sole.
In prossimità della piazza si trova la Cappella del Crocifisso che vale la pena visitare per ammirare il bellissimo altare sormontato da un pregevole crocifisso seicentesco in legno. Alzando gli occhi vedrete le volte della chiesa, dipinte con i volti dei quattro evangelisti.
Percorrendo via Costantini si arriva alla Casa-Museo della Civiltà Contadina, uno scrigno della cultura popolare dell’area grika del Salento.
Poco fuori dal centro abitato c’è la chiesa di San Vito che conserva un grande masso utilizzato per un rito pagano propiziatorio della fertilità.
È tradizione per gli abitanti della zona, recarsi in questa chiesa il giorno dopo la Pasqua e toccare il masso come segno di buon augurio.
Vicino la chiesa di San Vito c’è il Museo di Storia Naturale del Salento che ospita l’osservatorio faunistico e un centro di accoglienza per animali in difficoltà.
Nella stessa area, in contrada S.Biagio, si trova la chiesetta sotterranea di S.Biagio che conserva un affresco del Settecento.
La zona è anche una preziosa area archeologica, infatti protetti dagli ulivi si nascondono il Dolmen Placa, coperto da un’unica lastra di sette metri di perimetro e il Dolmen Gurgulante.
Passeggiando nei dintorni sarà facile vedere particolari costruzioni a secco a forma di cono chiamate furni o pagghiari di uso nella tradizione contadina oppure imbattersi in insediamenti medievali con tombe, grotte o fosse frumentarie.
Se volete vivere un po’ di mistero, recatevi lungo la strada provinciale Martano-Caprarica per vedere la Speccia dei Mori, un grande cumulo di massi disposti in modo tale da creare una piramide. La Specchia dei Mori con una larghezza alla base di circa venti metri e un’altezza di sei, si presenta come la più maestosa specchia presente nel Salento. Non è chiara la funzione di questa opera, forse doveva contenere un dolmen destinato alla sepoltura, oppure come vuole una delle tante leggende doveva contenere un tesoro protetto dal diavolo in persona e per questo motivo, la specchia dei Mori, è conosciuta anche come Segla tu Demoniu, Specchia del Diavolo. Secondo un’altra leggenda, questa era una torre per raggiungere la divinità, oppure più semplicemente era una torre di avvistamento verso il mare.
Insomma il territorio di Calimera è uno scrigno carico di tradizioni, storia, arte e leggende, il posto migliore dove poter sognare.